Raniero monaco di Ponza
Un legame profondo e indissolubile unisce frate Raniero e Ponza, nel suo nome e nella sua vita.
Questo è innegabile, pur nella mancanza di fonti precise che indichino con esattezza data e luogo della nascita, e il nome della sua famiglia.
Si sa con certezza che la sua condizione di monaco lo portò a risiedere temporaneamente in vari fra i molti monasteri localizzati sia nella penisola italiana che in altre regioni del continente europeo, come quelli di Corazzo, di Fossanova, di Casamari e di Salem, presso il germanico lago di Costanza.
Anche nelle sue molteplici missioni, nella penisola iberica, in Linguadoca, a Milano, in Terra di Lavoro e altrove, fu certo ospite delle sedi religiose e monacali nelle quali era spontaneo trovare accoglienza per molti pellegrini e, in particolare, per chi vestiva abiti religiosi.
In ogni caso, è però indiscutibile il fatto che Raniero è passato alla Storia come Raniero da Ponza, per due precise e precoci attestazioni.
Così lo qualifica infatti la prima testimonianza su di lui, dovuta al suo confratello monaco, che narra l’adesione di Raniero alla proposta religiosa di Gioacchino da Fiore a Petralata:
Lì venne da lui per primo frate Raniero… Egli venne dai confini del Regno, dall’isola di Ponza, per ascoltare la sapienza del novello Salomone…
Se così non fosse stato, sarebbe stato più naturale, da parte di Luca, asserire una più prestigiosa provenienza da sedi più autorevoli, come Fossanova o Casamari.
La seconda fondamentale testimonianza è contenuta in una lettera del Cardinale Ugolino Conti da Segni, futuro papa Gregorio IX, quando informa sulla richiesta di Raniero al pontefice Innocenzo III:
Crescendo di giorno in giorno la sua solida coerenza monacale, ottenne di
poter tornare nell’isola di Ponza, per poter effondere le sue parole in un ambito più familiare.
In questo “ambito familiare”, narra la lettera, vennero re, principi e uomini di chiesa che cercavano di mitigare il rigore della sua vita e della sua severa disciplina con un loro devoto atto di ossequio, in venerazione del suo grande paterno prestigio.
Nella Storia si consolidò così il nome di Raniero da Ponza, come testimoniano i più antichi codici manoscritti attualmente disponibili che parlano di lui.
La citazione esplicita e completa del suo nome connesso a Ponza è comparsa per la prima volta nella forma “Rainerius de Pontio” in un manoscritto databile attorno al 1300.
A questo legame non è certamente estraneo il destino ponzese di essere stato luogo di ritiro eremitico o di confino per altre figure storiche di alto profilo. Fra di esse si annoverano Flavia Domitilla, Venerio del Tino, Papa Silverio e i molti santi e martiri che, secondo la tradizione, furono condannati a finire i loro giorni a Ponza.
Il vincolo fra l’Isola e il Monaco resta dunque nel fatto evidente che solo a lui, nell’arco dei secoli, la Storia assegna l’attributo e l’appartenenza ponzese: Raniero da Ponza.