LETTERA AD ARNOLDUS AMAURICUS
Arnoldus Amalricus, più noto nella versione attuale come Arnaud Amaury e in quegli anni abate di Citeaux, è ritenuto protagonista di una vicenda cupa di cui sarebbe stato attore in anni successivi, durante la Crociata contro i Catari albigesi indetta da Innocenzo III.
E precisamente durante l’assedio di Béziers.
Ai soldati che avrebbero voluto irrompere nella città si pose un dilemma.
Sapendo che i cattolici erano mescolati con gli eretici, dissero all’abate Arnoldo: Che cosa dobbiamo fare, signore? Non possiamo distinguere tra i buoni e i cattivi.
Temendo l’abate che per timore della morte fingessero di essere cattolici, si riferisce che abbia detto:
“Uccideteli tutti: il Signore riconoscerà i suoi”.
Il racconto, seppure contestato dagli storici, è di Cesario di Heisterback, un cronista cistercense di quegli anni che godeva di grande stima per la correttezza delle sue cronache.
La strage fu immensa e il marchio della disumanità rimase su Arnaud.
Singolare è il fatto che, anni prima, Raniero si fosse rivolto ad Arnaud, invocandolo ad un atteggiamento di ragionevolezza e di mitezza, virtù che non sembravano appartenergli.

“Abbiamo sentito dire, e ne siamo turbati, che quando vi riunite non è più possibile consumare la cena dei nostri padri cistercensi, ma ciascuno consuma la cena come vuole, con animosità, contesa, emulazione, vociando e con comportamento incontrollato. A ciò si aggiungono affermazioni pungenti, non ispirate dalla carità, disposizioni false quasi in tutto l’Ordine, che non genereranno radici profonde né riusciranno a stabilire un fondamento stabile, tanto che per queste e simili cose, da molti non è più considerato l’Ordine, ma l’Orrore.”
Sembra di percepire che in Arnaud siano già evidenti i segnali delle sue azioni e delle decisioni successive, quando sarà legato contro gli Albigesi e arcivescovo di Narbonne, forse mancando nelle sue azioni di quella saggezza e amore che avrebbero potuto prevenire danni maggiori, eventi funesti, violenze, se non abusi di potere, e preservare invece l’unità e la pace.
